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“Scuola (è) Comunità” è un progetto innovativo che si è posto l’obiettivo di contrastare la segregazione scolastica, sia materiale che simbolica. L’intento primario è quindi quello di valorizzare la ricchezza educativa delle scuole periferiche e ribaltare la narrazione dominante che le descrive come realtà svantaggiate.

Pensato in particolare per le scuole di Torino Nord, con riferimento specifico ai quartieri di Barriera di Milano e Falchera, il progetto nasce con l’obiettivo di modificare la narrazione relativa alla scuola pubblica, di rafforzare l’offerta educativa e di consolidare una rete territoriale coesa e partecipativa. La visione è quella di una comunità educante riconoscibile, collaborativa e centrata su una comunicazione chiara ed efficace tra i soggetti che compongono la comunità educante: scuola, famiglie ed enti del terzo settore.

Il progetto mette al centro una rete di 35 plessi scolastici e promuove la co-progettazione tra insegnanti, educatori, progettisti, esperti di comunicazione, ricercatori, e antropologi che a partire dall’analisi dei bisogni emersi dalle comunità di pratica, di nuovi strumenti concreti e condivisi. Un esempio emblematico è sicuramente il manuale per le famiglie, pensato per rendere più accessibile il linguaggio scolastico, facilitare il dialogo intergenerazionale e multiculturale e supportare l’inclusione attiva nella vita scolastica. Uno strumento necessario e che, se impiegato adeguatamente secondo le diverse declinazioni territoriali, potrebbe essere riprodotto su scala nazionale

Attraverso un processo di co-design strutturato in più fasi (analisi dei bisogni, definizione dei destinatari, progettazione dei contenuti e dei supporti multimediali), il progetto “Scuola (è) Comunità” mira ad offrire strumenti pratici e coinvolgenti: l’intero percorso si ispira al principio di scrittura collettiva e partecipata, così da valorizzare le esperienze di chi vive ogni giorno il mondo la scuola, dentro e fuori le aule.

“Scuola (è) Comunità” non è solo un progetto educativo: è una proposta culturale e sociale per rendere la scuola più comprensibile, accessibile e radicata nel territorio. Un modello replicabile per tutte quelle realtà che credono nella scuola come centro propulsore di comunità.

Quello che si descrive nel report (scaricabile qui) realizzato da Sara Giannoni e Valentina Moiso (Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università di Torino) riguarda la fase di ricerca-azione gestita dall’Università di Torino.

Il percorso metodologico si è mosso su tre assi principali:

  • interviste a dirigenti e docenti neo-immessi
  • focus group con insegnanti e genitori rappresentanti
  • osservazione e sviluppo di Comunità di Pratiche, ovvero gruppi di lavoro collaborativi volti a riflettere, apprendere e innovare insieme.

Le Comunità di Pratiche attivate sono state quattro, così organizzate:

  1. dalla Multiculturalità all’Internazionalità (UniTo)
    – Superamento della visione folkloristica della cultura verso un approccio interculturale e internazionale
    – Redazione di un manifesto per una scuola inclusiva e aperta alla mobilità.
  2. Scuole e Infanzie di qui e d’altrove (Mamre)
    – Riflessione su impliciti culturali del sistema scuola
    – Incontri di accoglienza per famiglie con background migratorio.
  3. Manuale per le Famiglie (Liberitutti)
    – Sviluppo di uno strumento chiaro, plurilingue, non paternalistico
    – Supporto per incontri scuola-famiglia e orientamento dei nuovi arrivati.
  4. Manifesto Professionale (IC Tommaseo)
    – Costruzione partecipata di un documento che definisca l’identità professionale della scuola
    – Rafforzamento di senso di appartenenza e riconoscimento interno.

I bisogni trasversali emersi riguardano i concetti di interculturalità (strumenti per comprendere e valorizzare la diversità culturale), di centralità che alunni/e devono poter avere (riconoscimento delle competenze e valorizzazione del plurilinguismo), di alleanza scuola-famiglia (relazioni fiduciarie e comunicazione orizzontale) e di benessere organizzativo (spazi per confronto, accoglienza dei nuovi docenti, mentoring).

Tra i prossimi passi previsti sul periodo estivo e per l’anno scolastico 2025-2026, si indicano soprattutto l’attivazione di nuove indagini con bambini/e e ragazzi/e durate lo svolgimento dei laboratori estivi e l’Istituzione di una Comunità di Pratica stabile e aperta, con incontri periodici, per consolidare il percorso avviato.

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