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Salutiamo e ricordiamo con affetto il prof. Gastone Cottino, con le testimonianze di Dunia Astrologo, Eva Desana (Comitato scientifico della Fondazione) e Mia Callegari-

Dunia Astrologo:

Gastone Cottino è stato un grande maestro e non solo per i suoi allievi giuristi. È capitato anche a me di lavorare con lui e con altri suoi studenti negli anni dell’Università alla ricerca CNR sulle Partecipazioni Statali, dove le mie (scarse) competenze in campo socio-economico si integravano, secondo lui, con quelle giuridiche.

Ma non lo considero un maestro per quello che ho imparato da lui allora, ma piuttosto per ciò che mi/ci ha insegnato nel corso degli anni con la sua lucidità e la sua capacità critica di analizzare la società italiana contemporanea, con la sua visione severa dell’avvitamento progressivo della democrazia, con il suo incrollabile e coerente antifascismo.

Cottino è stato presidente dell’Istituto Gramsci dal 1981 al 1988, poi presidente del Comitato Scientifico tra l’89 e il ‘91, anni cruciali per le vicende internazionali e per l’influenza di queste sugli eventi della politica italiana. Anni nei quali l’impegno dell’Istituto Gramsci nell’osservazione, nell’analisi, nella ricerca in campo politico e socioeconomico è stato fortissimo, anche grazie alla collaborazione con gli intellettuali di punta della cultura torinese e non solo, che si rispecchiavano facilmente nelle posizioni espresse dalla dirigenza prestigiosa dell’Istituto sotto la guida di Gastone Cottino.

Ma il Professore ci è stato vicino anche dopo, fino agli ultimi tempi, quando nonostante l’età avanzata ci ha regalato lampi del suo sempre brillante intelletto.

Dire che ci mancherà è tanto banale quanto autentico.

Eva Desana e  Mia Callegari:

Desideriamo, come ultime e affezionatissime allieve del nostro Maestro, Gastone Cottino, portare un ricordo non solo accademico – questo è già stato tratteggiato in altre sedi – ma più personale.

Siamo state le sue allieve più giovani, le ultime che ha “messo in cattedra”, come amava presentarci, con una certa soddisfazione, nei paludati ambienti accademici. È sempre stato particolarmente contento che le sue ultime allieve fossero donne e che il nostro traguardo, l’aver ottenuto la prestigiosa cattedra di diritto commerciale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e, di recente, lo stesso squilibrio della nostra area a favore del genere femminile, confermasse ancora una volta la sua imperturbabilità ad andare controcorrente, seguendo le sue convinzioni e intuizioni e sfidando gli stereotipi diffusi nell’Accademia e la visione ancora tradizionale del diritto commerciale come area a vocazione quasi tutta maschile.

Racchiudere in poche parole quello che Gastone Cottino ha significato per noi, anche sul piano personale, è naturalmente impossibile. Ci piace però ricordare non solo il grande Maestro, ma l’uomo eccezionale che è stato e l’impegno civile che ha sempre dimostrato come partigiano, ma anche come politico e come cittadino, testimone imperituro di una tenace resistenza contro ogni dittatura, ogni cedimento della democrazia e contro ogni rigurgito fascista, contro tutte le guerre e senza riserve per la pace.

Conserviamo nel nostro cuore e nella nostra mente le sue parole di ringraziamento ancora nel mese di dicembre per aver organizzato insieme al Dipartimento di Giurisprudenza, alla Fondazione Istituto Gramsci e alla Camera di Commercio un convegno sulle responsabilità sociali delle imprese, tema di cui è stato antesignano con le belle pagine del suo manuale sull’istituzionalismo e il contrattualismo.

Ecco il nostro Maestro: non solo un Maestro del diritto commerciale, un accademico di grande levatura, sempre attento ai risvolti sociali ed etici del diritto, ma prima di tutto un Uomo eccezionale, di cui tutti e tutte hanno apprezzato l’intensità dell’impegno civile, l’attivismo, l’insaziabile curiosità, l’approccio sempre originale e moderno, la capacità di coinvolgere chiunque e di attraversare le generazioni, la gioia di vivere e l’indomabile amore per il diritto e la cultura. Qualità che non ha riservato solo agli allievi e alle allieve, ma a quanti e quante hanno avuto la fortuna di confrontarsi con lui, nella redazione della rivista Giurisprudenza italiana e nell’area del diritto commerciale del nostro Dipartimento, e che si uniscono a noi nel ricordo.

Caro Maestro, ci mancheranno le Tue attente correzioni (vergate a matita in modo minuzioso) e le telefonate della domenica mattina presto, ora Te lo possiamo dire, temutissime da tutti i tuoi allievi e allieve, nelle quali ci segnalavi qualche inadempimento ai numerosi impegni editoriali, che hai seguito fino agli ultimi giorni con lucidità ineguagliabile. Ci mancherà la tua capacità, dall’alto dei Tuoi quasi novantanove anni, di fare ancora progetti per il futuro e di entrare in immediata sintonia con i giovani e le giovani, come testimoniano anche i fiori che “Le compagne e i compagni di Askatasuna” – così era scritto nel nastro che li accompagnava – Ti hanno voluto tributare il giorno dell’addio e la stessa voce rotta dall’emozione della loro “rappresentante”, quella giovane ragazza avvolta in un cappotto rosso che ha spiegato alle tue figlie che non mancavi mai ad una marcia del 1° maggio…

Ci mancherà il Tuo esserci sempre, il Tuo saper ascoltare e seguire i momenti importanti della vita, le Tue battute ironiche, le Tue parole argute, i Tuoi consigli, il Tuo modo di rimproverarci bonariamente quando eravamo in ritardo, Tu che agli appuntamenti arrivavi sempre almeno cinque minuti in anticipo. Ci mancherà la Tua vitalità, quella che ancora sprizzavi il 19 dicembre scorso quando siamo venute a trovare Te e Silvia per raccontarti le ultime novità della nostra Scuola e del Dipartimento di Giurisprudenza, portandoti i cioccolatini di cui eri ghiotto e che immancabilmente segnavano i nostri auguri di Natale…

Ci mancherai, carissimo e inimitabile Maestro, ma siamo fiere di essere Tue allieve e di portare avanti le Tue idee, come dicevi Tu, gettando il cuore oltre gli ostacoli.

 

Torino 4 gennaio 2024

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